Riccardo Magrini è stato nominato “Ambasciatore della sicurezza” nel ciclismo per l’anno 2014.
Incarico simbolico che gli organizzatori del “Giorno della Scorta” assegnano ogni anno ad una personalità che avrà la missione di testimoniare e sostenere l’impegno a favore della sicurezza nelle gare ciclistiche. Riccardo Magrini interverrà quindi alla prossima edizione del “Giorno della Scorta” (Cotignola, 15 dicembre) nelle veste di premiato e di esperto della materia.
SIMPATIA E CREDIBILITA’
Quando correva in bicicletta suonava la chitarra e cantava. Dopo aver vinto una tappa al Giro o al Tour, perché una tappa al Giro e al Tour le ha vinte per davvero, si precipitava in tivù per cantare “Una carezza in un pugno ” di Adriano Celentano o fare la cronaca della sua vittoria ispirandosi all’elegante eloquio di Adriano De Zan. Insomma, Riccardo Magrini è uno che il ciclismo ce l’ha da sempre nel sangue, ma l’estro per uscire da questo mondo per rientrarci sotto un’altra veste come un Arturo Brachetti del pedale, non gli è mai mancato: è un suo chiaro segno distintivo.
Sorprende Riccardo Magrini con quel suo sorriso contagioso e la sua parlata da toscano puro sangue che conquista anche chi di ciclismo sa poco e poco ne vorrebbe sapere. Con il sodale Andrea Berton è andato a formare in questi anni una delle più belle coppie della tivù italiana. Raccontano il ciclismo con il rigore proprio di Andrea e la leggerezza di Riccardo, che tra “miciole” e catene “incatricchiate” ha conquistato il consenso del pubblico su due ruote.
Riccardo Magrini, nato un giorno dopo Gesù Bambino, in una fredda Montecatini del 1954, è professionista dal 1977 al 1986.
Passato alla massima serie nel 1977 nelle file della Fiorella-Mocassini, dopo due anni va a vestire la maglia della Inoxpran, quindi alla Magniflex. Dopo diversi piazzamenti, con la maglia della Metauro Mobili-Pinarello ottenne le sue uniche vittorie tra i professionisti: il Giro della Provincia di Reggio Calabria nel 1982 e, nel 1983, una tappa al Giro d’Italia ed una al Tour de France. Nel 1985 la Metauro Mobili diventa Vini Ricordi-Pinarello-Sidermec e con questa maglia Magrini milita per due stagioni.
A fine 1986 appende la bicicletta al proverbiale chiodo e passa quindi a ricoprire ruoli direttivi in ammiraglia nella stessa squadra. Negli anni successivi fa il direttore sportivo: agli inizi in squadre dilettantistiche juniores, quali la Giusti per l’Edilizia (nelle file della quale milita anche il giovane e promettente Giovanni Visconti), poi nel 2002 il ritorno nel grande giro del ciclismo dei grandi: prima alla Mercatone Uno di Marco Pantani e poi, nel 2004, alla Domina Vacanze di Mario Cipollini.
Nel 2005 si reinventa: esce dal mondo del ciclismo agonistico e passa dietro ad una scrivania, andando a ricoprire ruoli commerciali per aziende del settore. Nel frattempo, sempre nel 2005, accetta di collaborare come opinionista per Eurosport. Una cronaca, poi un’altra ancora e nel breve volgere di tempo la sua inconfondibile parlata e la sua innata simpatia, si fa largo nell’etere, con le sue osservazioni tecniche e i suoi neologismi che lo rendono unico: “lo scatto del fagiano”, per dire che un corridore che lemme lemme se ne va a gambe levate. “Il veglione del tritello”, per la serie: domani in gruppo succede il finimondo. Oppure “non siamo Giro del Pagliaio”, come a dire che siamo ad una corsa seria, vera e autentica.
Insomma, in questi anni Riccardo Magrini è diventato davvero una sicurezza in materia di racconto, unendo la simpatia alla credibilità. Sono in tanti che oggi si sintonizzano su Eurosport per ascoltare i suoi commenti, le sue osservazioni, i suoi aneddoti e i consigli. Ed è per questo che il riconoscimento di «Ambasciatore della Sicurezza» gli calza a pennello. È Riccardo Magrini, signori. Non un “ciccino d’Avane” qualsiasi.
Fonte Tuttobiciweb Pier Augusto Stagi
dalla brochure del “Giorno della Scorta”