Sembra quasi che ci si diverta a sputare nel piatto dove si è mangiato fino a ieri sera. Uno sport che negli ultimi anni ha fatto un sacco di vittime. Mi starebbe anche bene (forse) se chi parlasse fosse un anti ciclismo o uno che non conosce minimamente lo sport, ma chi parla ed urla è qualcuno che lo sport professionistico lo ha fatto per anni e lo sta facendo tuttora e con grande professionalità. Mi riferisco alle polemiche del dopo corsa della Milano Sanremo vinta dal francese Démare accusato di essersi attaccato all’ammiraglia del suo gruppo sportivo. Un accusa subito ripresa dalla Gazzetta dello Sport e di seguito dal Web causando una ridda di ipotesi, di articoli scandalistici e tutti a sputare sul francese e sul ciclismo in generale. Per chi non avesse seguito “la classicissima” di primavera in breve la sintesi; pochi chilometri prima della Cipressa, penultima asperità di giornata, c’è stata una caduta che ha coinvolto diversi corridori tra i quali Matthews e Démare, due dei tanti favoriti della vigilia. I due si sono rialzati e sono ripartiti, il primo atteso da diversi compagni di squadra. Démare sfrutta il lavoro degli Orica e attacca la Cipressa in ritardo nei confronti della prima parte del gruppo in testa alla corsa. E’ proprio la salita che fa la differenza, le testimonianze di alcuni corridori tra i quali Matteo Tosatto e Eros Capecchi, appena tagliato il traguardo, sono clamorose; abbiamo visto Démare attaccato alla propria “ammiraglia”. Peccato non ci sia uno straccio di filmato che confermi quello che hanno detto i corridori, ma questo poco importa. Di Matteo e di Eros non ho dubbi che abbiano visto il francese attaccato ma chiedo, che senso ha dichiararlo come se non accadesse mai in corsa? Se si applicasse il regolamento alla lettera gli incidentati (caduti o vittime di forature ecc. ecc.) dovrebbero essere tolti dalla corsa sistematicamente. Questo non accade perché c’è una regola non scritta dove la giuria, in caso di caduta o incidente meccanico, chiude un occhio ed a volte si volta dall’altra parte quando gli stessi corridori sono “aiutati” nel rientro in gruppo dai propri ed anche dai Direttori Sportivi avversari. Perché allora scandalizzarci se Démare ha avuto l’aiuto che tutti fanno in questi casi. Facendo un passo indietro Vincenzo Nibali fu messo fuori corsa per Traino perché filmato dalla telecamera dall’elicottero, che se non avesse inquadrato lo sfortunato corridore messinese (coinvolto in una caduta) sarebbe stato in corsa ed avrebbe lottato, con tutta probabilità, per la vittoria finale della Vuelta vinta dal compagno di squadra Fabio Aru.
Quello che penso è che abbiamo, ancora una volta, sputtanato il ciclismo; perché se c’è una cosa che molti protagonisti di questo sport bellissimo non si rende conto che il pubblico non è solo chi segue abitualmente e con passione i propri beniamini che faticano giornalmente sulle strade ma, purtroppo, sono quelli che non gliene frega niente di chi corre in bicicletta e naturalmente cosa dicono? Ecco, tutti drogati, avrà avuto il motorino quel francese lì, bah facile attaccarsi tutta la salita avrei vinto anch’io eccetera eccetera.